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Broncopolmonite

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Caso clinico numero 12.
anziano - broncopolmonite e sindrome da
immobilizzazione -medicina


DESCRIZIONE PATOLOGIA

La polmonite è un processo infiammatorio acuto del tessuto polmonare. I principali fattori eziologici sono di origine batterica e virale, ma che agenti chimici, farmacologici, e radioattivi posso scatenare processi di flogosi dell'albero respiratorio. Possiamo avere dei casi di polmonite anche dovuti al passaggio di succhi gastrici nell'albero bronchiale(polmonite ab-ingestis).
I principali batteri responsabili di polmonite sono i gram + e -, il virus dell'influenza protozoi e miceti.
Nella broncopolmonite la flogosi ha luogo nell'albero bronchiale e negli alveoli polmonari ma non ha estensione lobare ma uno o più focolai peribronchiali. L'abbondante essudato riempie gli alveoli ostacolando gli scambi gassosi senza compromettere il circolo ematico, questo porta a una importante ipossiemia arteriosa, ma non abbiamo una intossicazione da CO2 perché questa viene eliminata.
L'esordio è brusco con febbre con e senza brividi, tosse con o senza espettorato e un infiltrato radiologicamente visibile, tuttavia la febbre può essere assente come in alcuni casi negli anziani, è quasi sempre presente dispnea e dolore toracico di tipo pleurico, all'esame neurologico notiamo confusione e delirio. All'auscultazione troviamo rantoli e ottusità. Agli esami di laboratorio notiamo leucocitosi neutrofila, emocultura positiva al pneumococco.
La SDI o sindrome da allettamento è dunque un insieme di segni e sintomi a carico dei vari organi ed apparati che si manifesta quando una persona è costretta a letto per un lungo periodo di tempo; si manifesta facilmente negli anziani dove anche pochi giorni di letto sono a volte sufficienti per provocarla.
Persone a rischio.
Ricoveri ospedalieri per patologie acute( polmonite, infarto, ictus, scompenso cardiaco, ecc..)
Ricoveri ospedalieri per fratture.
Allettamento per fratture non operabili.
Patologie neurologiche.
Persone anziane al domicilio in situazione di abbandono e trascuratezza.
A tutto questo si deve aggiungere uno stato di salute precario ed un decadimento cognitivo e comunque generale.

Apparato respiratorio: Vi è un alterazione della ventilazione perché si riduce l’espansione degli alveoli; possibilità di ristagni di secrezioni che possono portare allo sviluppo di infezioni polmonari.
Apparato cardiocircolatorio: Riduzione del ritorno venoso al cuore con possibilità di formazione di trombi embolizzabili, il cuore riduce la sua capacità funzionale con inevitabili ripercussioni nel sistema circolatorio e , quindi, su tutti gli altri sistemi.
Apparato locomotore per quanto riguarda lo scheletro l’osso è un tessuto e per svolgere in modo ottimale le sue funzioni ha bisogno di essere ben irrorato e mantenuto in movimento. L’allettamento, soprattutto nelle persone anziane, favorisce, i processi di decalcificazione, con conseguente dolore e un non trascurabile rischio di fratture patologiche.. Per quanto riguarda i muscoli diventano ipotrofici e vi è una riduzione del tono muscolare conseguente difficoltà durante i banali movimenti.
Apparato gastrointestinale: si ha un rallentamento della motilità intestinale con conseguente facilità alla formazione di fecalomi e riduzione della funzione di assorbimento;
Apparato tegumentario: una riduzione della circolazione cutanea per eccessiva pressione esercitata dal peso corporeo e conseguente facilitalo sviluppo di lesioni da decubito.


DIAGNOSI INFERMIERISTICHE

1)Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a dolore, aumento delle secrezioni tracheo bronchiali e affaticamento.
2)Dolore acuto correlato a febbre e irritazione dell'albero respiratorio/irritazione pleurica.
3)Rischio elevato di alterazione della mucosa del cavo orale, correlato a respirazione attraverso la bocca, frequenti espettorazioni e diminuita assunzione di liquidi secondaria a malessere.
4)Intolleranza all'attività, correlata a ossigenazione insufficiente per le attività di vita quotidiana.
5)Rischio elevato di lesioni da compressione correlato a immobilizzazione nell'unità paziente e scarsa mobilizzazione.



COMPLICANZE POTENZIALI

1)Complicanza potenziale di ipossiemia correlato alla risposta infiammatoria all'agente patogeno ed inadeguata liberazione delle vie aree.
2)Complicanza potenziale di Sindrome da Di-stress Respiratorio Acuto correlata ad alterazione degli alveoli polmonari
3)Complicanza potenziale di sepsi correlata a infezione delle vie respiratorie.
4)Complicanza potenziale di shock settico
5)Complicanza potenziale di Ileo Paralitico





1)Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a dolore, aumento delle secrezioni tracheo bronchiali e affaticamento.

Priorità assistenziale:Migliorare l'ossigenazione tessutale.

b)Obiettivo infermieristico:Mantenere una saturazione arteriosa costante nel tempo, mobilizzare il paziente facilitando lo spostamento delle secrezioni bronchiali garantendo inoltre una adeguata integrità cutanea.

c)Indicatori di risultato:Il paziente dimostrerà una tosse efficace e un aumento degli scambi polmonari, riferirà strategie atte a diminuire le secrezioni dense.

d)Interventi infermieristici e spiegazione scientifica:
Istruire il paziente sui metodi appropriati di tosse controllata:respirare profondamente e lentamente sedendo più eretto possibile.
Usare la respirazione diaframmatica, trattenere il respiro per 3-5 secondi, poi espirare più lentamente possibile attraverso la bocca.(il bordo costale inferiore e l'addome si dovrebbero abbassare).
Fare un secondo respiro, trattenere e tossire dal torace con due colpi brevi e forzati.

Una tosse non controllata è stancante e non efficace e determina frustrazione.
Stare seduti il più possibile allontana gli organi addominali dai polmoni permettendo una maggiore espansione di questi, la respirazione diaframmatica riduce la frequenza respiratoria e aumenta la ventilazione alveolare, un aumento del volume di aria nei polmoni promuove l'espulsione delle secrezioni. Insegnare al cliente misure idonee a ridurre la viscosità delle secrezioni:mantenere una idratazione adeguata;aumentare l'assunzione di liquidi fino a 2.5-3.5 litri al giorno, se non controindicato da una diminuita gittata cardiaca o da patologie renali.
Mantenere adeguata l'umidità dell'aria inspirata. Le secrezioni dense sono difficili da espettorare e possono dare origine a tappi di muco, che possono provocare atelettasia.
Auscultare i polmoni prima e dopo gli esercizi di tosse, questo esame aiuta a valutare l'efficacia dello sforzo del paziente per tossire.
Incoraggiare o garantire una adeguata igiene orale dopo la tosse, una buona igiene orale promuove un senso di benessere e previene l'alitosi.



1)Complicanza potenziale di ipossiemia correlato alla risposta infiammatoria all'agente patogeno ed inadeguata liberazione delle vie aree.

a)Priorità assistenziale:Migliorare l'ossigenazione ed effettuare  la liberazione delle vie aeree.

b)Obiettivo infermieristico:Aumentare la compliance del paziente nella respirazione garantendo una adeguata ipossiemia e confort del paziente.

c)Indicatori di risultato: Entro 2gg il paziente manterrà una pressione parziale di O2 arterioso (PaO2) nei limiti della norma senza somministrazione di ossigeno, l'espettorato sarà meno purulento ,riduzione dei crepitii, aumento della forza e della capacità della cura di se.Non avrà febbre e sosterrà un apporto dietetico adeguato.

d)Interventi infermieristici e spiegazione scientifica: somministrare l'ossigeno secondo prescrizione e documentare i miglioramenti.
Mantenere l'ossigeno terapia durante gli sforzi e documentare eventuali segni da alterata ossigenazione.
Somministrare la terapia antibiotica prescritta monitorando gli esami ematici e valutare i progressi del paziente, e documentando
eventuali espettorati delle basse vie respiratorie,questi  vanno conservati in un contenitore sterile e inviati in laboratorio.
Insegnare al paziente la tosse efficace per favorire la liberazione delle vie aeree  e ogni ora
provvedere all'aspirazione nasotracheale se il paziente non riesce a tossire incoraggiare il paziente a mangiare e bere.

La somministrazione è necessaria per mantenere basse le richieste del sistema evitando così l'affaticamento respiratorio, la quantità adeguata va fino a circa 6 litri/min tramite occhialini nasali o cannula nasale.
Si verifica il grado di tolleranza allo sforzo sotto ossigeno terapia e si documentano eventuali miglioramenti gli esami di laboratorio ci aiutano nel capire se la terapia antibiotica è adeguata e mirata e ci danno un idea della prognosi a breve termine.
I controlli periodici sullo stato di veglia del paziente ci danno un idea della situazione polmonare e del miglioramento della clinica del paziente.
Una efficace prevenzione aiuta a migliorare la prognosi a breve e lungo termine e una somministrazione aumentata di ossigeno prima dell'aspirazione tracheale compensa le variazioni durante la procedura.
Una corretta assunzione di liquidi e cibo favorisce all'idratazione del paziente e di conseguenza a fluidificare l'espettorato che verrà eliminato con più facilità e minor carico del sistema respiratorio mentre una iponutrizione può far abbassare le difese immunologiche del paziente nonché diminuire la tonicità muscolare dell'apparato respiratorio.
Il monitoraggio dell'emogas ci dà un importante indice sull'adesione terapeutica.





PIANO DI DIMISSIONE

Alla dimissione il paziente mostrerà l'assenza di complicanze cardiovascolari;l'emogasanalisi e la conta leucocitaria saranno entro i limiti; il paziente sarà apiretico da più di 24 ore e avrà un ridotto se non assente versamento pleurico, sarà in grado di mettere in atto la tosse efficace e il suo espettorato si sarà ridotto notevolmente rispetto al suo ingresso nell'unità operativa.
Sarà in grado di seguire la terapia farmacologica in associazione alla dieta prescritta dal dietologo.
Sarà in grado di gestire efficacemente il dolore  con farmaci orali e la deambulazione e la capacità della cura di se saranno uguali o migliori rispetto al suo ingresso in ospedale.
Presenterà tutta la documentazione negli esami di controllo per avere un quadro globale dell'evoluzione della patologia.
Nel caso il paziente non si possa autogestire, I familiari sarnno in grado di seguire queste indicazioni e di mettere in atto tutte le misure preventive.
Entrambi sapranno indicare modo ora e luogo dei successivi appuntamenti concordati con il medico. Inoltre descriveranno come prevenire la trasmissione dell'infezione e quali interventi attuare per evitare delle recidive.
I farmaci che il paziente assumerà sono sicuramente dei mucolitici per via gassosa o in sciroppo(fluimucil), antibiotici ad ampio spettro(Ceftriaxone o Penicilline tipo Augmentin), una buona idratazione e una dieta proteica per il trofismo muscolare e per preservare l'integrità cutanea.












 
 
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