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Demenza senile

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  PIANO ASSISTENZIALE 20     DEMENZA SENILE

Si parla di demenza quando si verifica un calo di memoria e di almeno un’altra capacità cognitiva che porta al peggioramento della funzionalità sociale o occupazionale. Ci sono oltre 100 cause di demenza, tra cui la  è la più comune. La malattia di Alzheimer comporta la distruzione delle cellule cerebrali e nella fase iniziale è caratterizzata dalla perdita di memoria a breve termine, difficoltà nella ricerca delle parole e cambiamenti della personalità. Al progredire della malattia, si assiste alla perdita graduale delle abilità funzionali e della memoria a lungo termine, come pure alla diminuzione della capacità di leggere, di elaborare pensieri e comunicare.
 

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DIAGNOSI     INFERMIERISTICHE               --------------------------------
-Compromissione della comunicazione verbale correlata a perdita della memoria
-Disturbo del concetto di sè correlato a perdita delle abilità funzionali
-Rischio elevato di confusione mentale acuta ,correlato a perdita della memoria




-Rischio elevato di confusione mentale acuta ,correlato a perdita della memoria

OBBIETTIVI PER L'INFERMIERE:l'infermiere sarà in grado di limitare situazioni che potrebbero aumentare  lo stato confusionale del pz
OBBIETTIVI PER IL PZ: il pz non andrà incontro a situazioni che possano aumentare il suo stato confusionale

INTERVENTI :

1- valutare il livello di funzionamento cognitivo del pz, usando una scala di classificazione funzionale per esaminare i sintomi di demenza o di capacità mentali ridotte. Preparare il pz a eseguire test psicologici, se indicato
Motivazione scientifica: le informazioni ottenute dal pz e dai familiari forniscono una guida per pianificare l’assistenza. I test psicologici danno le informazioni necessarie per strutturare un regime terapeutico.

2- assegnare al pz una stanza vicina al luogo in cui stanno gli infermieri, affinchè questi lo possano osservare frequentemente.
Motivazione scientifica: il pz potrebbe vagare senza meta, per questo richiede attenzione continua.
3-ridurre al minimo i pericoli ambientali.
Motivazione scientifica: lo stato confusionale e le alterazioni della capacità di giudizio, tipiche della demenza, favoriscono le lesioni accidentali.

4-favorire l’indipendenza  nella cura della propria persona secondo le capacità del pz; assisterlo quando è necessario. Identificare le sue necessità individuali ed inserirle nel piano d’assistenza.
Motivazione scientifica: il pz conserva la propria autostima se è in grado di occuparsi di se stesso in maniera autonoma. Mano a mano che la malattia progredisce sarà necessario assisterlo in tutte le attività quotidiane: lavarsi, vestirsi, provvedere al bisogno di eliminazione. Pianificare tutte queste attività rende l’assistenza più efficace.

5- garantire attività assistenziali che si svolgano in modo uniforme e regolare.
MOTIVAZIONE SCIENTIFICA: assegnare lo stesso infermiere per quanto possibile,servire i pasti puntualmente,prevedere periodi di riposo alla stessa ora e così via,fornisce al pz dei punti di riferimento in un ambiente non familiare.

6- stabilire e mantenere una relazione terapeutica con il pz,trattandolo in una maniera calma e rassicurante,che non possa mai apparirgli minacciosa.
MOTIVAZIONE SCIENTIFICA: deve essere instaurato un rapporto di fiducia per il raggiungimento di qualunque scopo a cura dei sospetti e della crescente paranoia del pz.

7-evitare una stimolazione eccessiva e mantenere l'usuale modello di sonno-riposo
MOTIVAZIONE SCIENTIFICA: una moderata stimolazione è necessaria ed importante per l'orientamento,ma una stimolazione eccessiva e la deprivazione di sonno accrescono ulteriormente lo stato confusionale.

8- stimolare i ricordi nel dialogare con il pz
MOTIVAZIONE SCIENTIFICA: ricordare eventi passati aiuta il pz a conservare la sua identità .Egli può essere in grado di ricordare eventi lontani anche quando la sua memoria recente è compromessa.

INDICATORI DI RISULTATO: non ci sono state situazioni che hanno aumentato lo stato confusionale del pz  ed è stato in grado di comunicare chiaramente le proprie necessità







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PROBLEMI COLLABORATIVI       -----------------------------
-complicanza potenziale: lesioni fisiche
-complicanza potenziale:perdita totale delle facoltà mentali
-complicanza potenziale:polmonite


Complicanza potenziale:  lesioni fisiche
OBBIETTIVI PER L'INFERMIERE :l'infermiere sarà in grado di prevenire complicanze di lesioni fisiche
OBBIETTIVI PER IL PZ:il pz non presenterà alcuna complicanza di lesioni fisiche
INTERVENTI:
1: garantire una respirazione adeguata. Rilevare eventuali segni di escursione toracica assimetrica, rumori respiratori irregolari, dolore alla respirazione, cianosi, dispnea.
Riferire immediatamente al medico la comparsa di qualsiasi difficoltà respiratoria.
Motivazione scientifica: i traumi ad alto impatto, come quelli che provocano le fratture di femore, hanno un’elevata incidenza di lesioni multiple, che possono comprendere un trauma toracico. Nelle persone anziane una condizione preesistente può interessare la funzionalità cardiaca o del sistema nervoso centrale, incidendo sulla capacità  e sull’adeguatezza della respirazione.

2: valutare lo stato neuro vascolare dell’arto. Rilevare eventuali polsi deboli o assenti, cianosi, parestesie o perdita della sensibilità. Evitare movimenti bruschi dell’arto.
Motivazione scientifica: i vasi ed i nervi della zona di frattura possono essere compressi  o danneggiati da frammenti ossei, o da edema e deformità. Movimenti bruschi potrebbero causare  ulteriori lesioni e dolore. Una perfusione inadeguata dell’arto può portare ad una alterazione funzionale permanente o alla perdita della porzione colpita.

3: controllare il dolore. Valutare il livello del dolore usando una scala di punteggio del dolore. Somministrare analgesici secondo prescrizione. Applicare impacchi freddi sulla zona della frattura.
Motivazione scientifica: il dolore contribuisce a aumentare l’ansia e può contribuire ad aumentare la tensione muscolare. Gli impacchi freddi contribuiscono a ridurre l’edema provocando vasocostrizione localizzata.
Obiettivi assistenziali:
-prevenire o individuare eventuali complicanze respiratorie e/o cardiovascolari,
- garantire parametri neuro vascolari stabili,
-controllare il dolore.
Indicatori di risultato:  il pz non ha presentato complicanze di lesioni fisiche






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   PIANO DI DIMISSIONE             -------------------------
Piano di dimissione
Al momento della dimissione i familiari saranno in grado di elencare le misure di sicurezza basilari da applicare nell’ambiente domestico.
Al momento della dimissione il pz presenta:
-segni vitali stabili entro i limiti stabiliti per il pz;
- un’adeguata assunzione di alimenti;
- una regolare eliminazione intestinale ed urinaria;
- un adeguato sistema di sostegno domiciliare o la presa dei contatti per l'assistenza domiciliare o per l'accesso a strutture residenziali sanitarie,se necessario.
Il pz e i familiari dimostrano di aver compreso:
- la diagnosi e le varie fasi di malattia,
- le raccomandazioni per ridurre al minimo i rischi collegati all’ambiente,
-le istruzioni per favorire un comportamento indipendente nella cura di sé,
- le istruzioni per facilitare l’orientamento nell’ambiente domestico,
-scopo, dosaggio, modalità di somministrazione dei farmaci ( ARICEPT – per migliorare la memoria ---URECHOLINE -per incrementare la neurotrasmissione -----LAROXIL -come antidepressivo -------NORMISON -per il mantenimento del sonno ) da assumere dopo la dimissione e loro effetti collaterali da segnalare al medico,
     - le tecniche per migliorare la capacità di linguaggio,
- i suggerimenti specifici riguardanti i bisogni di nutrizione ed eliminazione,
-la probabilità di una regressione totale del pz,
- quando e in che modo contattare il medico.

 
 
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