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Gozzo tiroideo

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CASO CLINICO 60: ADULTO:  GOZZO  TIROIDEO


"Ad un ex modella di 60 anni è stato diagnosticato gozzo tossico
multinodulare. Viene operata di tiroidectomia. Il post operatorio è
regolare, ma la paziente si rifiuta di vedere l'incisione chirurgica e
si rifiuta di mangiare e di bere"
GOZZO TIROIDEO  (Struma):
DEFINIZIONE
:  Aumento di volume diffuso o localizzato della tiroide, che non sia infiammatorio o neoplastico. La causa è un difetto congenito o acquisito nella produzione di ormoni tiroidei, che determina un incremento del TSH di compensazione..  Si riconosce un gozzo diffuso e uno multi nodulare. Quest’ultimo   Il è il risultato di un cronico e continuo stimolo da parte del TSH che induce un ingrandimento (iperplasia) della tiroide. La terapia non è necessaria se l’ingrandimento della tiroide è di modesta entità, se i livelli di TSH sono normali e se il paziente è asintomatico.
Se sono presenti sintomi compressivi o problemi estetici, se compare un rapido incremento volumetrico dei noduli o se si sviluppa ipertiroidismo, allora un intervento terapeutico (medico o chirurgico) diviene necessario. Mentre la terapia medica può rappresentare la terapia definitiva in un discreto numero di casi nel gozzo diffuso (morbo di Basedow), nella patologia nodulare tossica (nodulo singolo o gozzo multinodulare) essa va considerata come semplice preparazione alla definitiva terapia ablativa (chirurgica o medica con radioiodio
DIAGNOSI INFERMIERISTICHE:
1.D.I
.  Rischio elevato di disturbo del concetto di sé, correlato a cambiamento di aspetto secondario ad incisione chirurgica.
2..D.I. Rischio elevato di nutrizione alterata  (inferiore al fabbisogno), correlato ad aumento del fabbisogno proteinico e vitaminico per la cicatrizzazione della ferita e a diminuito apporto secondario a dolore, nausea, vomito e restrizioni dietetiche.
3. .D.I. Rischio elevato di infezione, correlato a sito di invasione batterica secondario ad intervento chirurgico.
4. .D.I. Intolleranza all’attività, correlata  a dolore e debolezza secondaria ad anestesia, ipossia tissutale e insufficiente assunzione di liquidi e nutrienti.

5. D.I. (.Rischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico, correlato ad insufficiente conoscenza della cura della ferita, delle restrizioni  (dieta, attività),  dei farmaci, dei segni e sintomi di complicanze e del follow-up)

1.DIAGNOSI INFERMIERISTICA:  Rischio elevato di disturbo del concetto di sé, correlato a cambiamento di aspetto secondario ad incisione chirurgica.
1. PRIORITA ASSISTENZIALE:   Prevenire il rischio elevato di disturbo del concetto di sè
OBIETTIVO INFERMIERISTICO:  L’infermiere gestirà e ridurrà al minimo il rischio di disturbo del concetto di sé,
1.INDICATORI  DI RISULTATO:  La paziente riconoscerà le modificazioni strutturali del proprio corpo; comunicherà i propri sentimenti relativi all’intervento chirurgico e il suo esito, parteciperà alla cura di sé.

INTERVENTI  INFERMIERISTICI:
1.1 INTERVENTO INFERMIERISTICO
Contattare frequentemente la paziente e trattarla con calore e con una considerazione positiva
SPIEGAZIONE SCIENTIFICA
Frequenti contatti con la paziente indicano accettazione e possono facilitare la fiducia. La paziente potrebbe esitare ad entrare in contatto con il personale a causa di un concetto di sé negativo.

1.2INTERVENTO
INFERMIERISTICO:
Includere il sostegno emotivo nelle sedute per l’insegnamento di tecniche assistenziali (per esempio, cura della ferita)
1.2 SPIEGAZIONE SCIENTIFICA
Questo incoraggiala risoluzione delle questioni emotive durante l’insegnamento di abilità tecniche.

1.3INTERVENTO  INFERMIERISTICO
Incoraggiare la paziente a guardare la sede dell’intervento chirurgico
1.3 SPIEGAZIONE SCIENTIFICA:
L’accettazione della realtà del cambiamento corporeo costituisce il primo passo verso un adattamento ben riuscito ad esso.

INTERVENTO INFERMIERISTICO:
Incoraggiare la paziente ad esprimere i sentimenti che prova in merito all’intervento chirurgico e la percezione che ha del suo impatto sullo stile di vita. Convalidare le sue percezioni e rassicurarla sul fatto che le sue reazioni sono normali e appropriate.
1.4 SPIEGAZIONE SCIENTIFICA:
La condivisione delle preoccupazioni e l’espressione dei sentimenti conferisce all’infermiere la possibilità di correggere eventuali informazioni erronee. La convalida delle percezioni della paziente ne aumenta la consapevolezza di sé.

1.5INTERVENTO INFERMIERISTICO:
Incoraggiare la paziente a partecipare alla cura di sé. Inviarle un feedback e rinforzare le tecniche eseguite in modo positivo e i progressi compiuti.
1.5SPIEGAZIONE SCIENTIFICA
La partecipazione alla cura di sé è un segno di adattamento efficace. Tale partecipazione facilita l’accettazione dei cambiamenti corporei fornendo alla paziente un certo grado di controllo sul proprio ambiente.

INTERVENTO INFERMIERISTICO:
Chiedere alla paziente di dimostrare una cura adeguata della ferita e farle insegnare la relativa procedura ad una persona di sostegno.
SPIEGAZIONE SCIENTIFICA:
L’esecuzione di una riuscita dimostrazione di ritorno e la capacità d’insegnare l’abilità appresa ad altre persone sono segni di padronanza.


PROBLEMI COLLABORATIVI:
1
.Complicanza potenziale: Emorragia
2. Complicanza potenziale: Infezione
3.Complicanza potenziale:  Compromissione della deglutizione, correlata a edema, ridotta salivazione e alterazione dei movimenti della lingua

1. Complicanza potenziale
: Emorragia
1. PRIORITA ASSISTENZIALE: Prevenire o trattare prontamente eventuali complicanze emorragiche
1.OBIETTIVO  INFERMIERISTICO:  L’infermiere gestirà e ridurrà al minimo la complicanza di emorragia.
1.INDICATORI DI RISULTATO:  La paziente non manifesterà segni e sintomi di emorragia rilevante.
INTERVENTI INFERMIERISTICI
INTERVENTO INFERMIERISTICO:
Monitorare per rilevare la presenza di sanguinamento nella sede della ferita, un aumento improvviso delle secrezioni dal dispositivo di drenaggio esterno, o la comparsa improvvisa di espettorato ematico .
SPIEGAZIONE SCIENTIFICA
Una piccola quantità di sangue o di secrezione rosacea nella sede della ferita o sulla medicazione può annunciare un’importante rottura di un vaso. Tipicamente, un piccolo sanguinamento prodromico si verifica  dalle 24 alle 48 ore prima di tale evento.

1.2 INTERVENTO  INFERMIERISTICO:
Controllare principalmente l’integrità e l’adesione della medicazione (poiché il movimento potrebbe aver causato sanguinamento), il corretto funzionamento dei drenaggi e il loro ancoraggio (qualora presenti) , l’aspetto esterno della cute nel sito di incisione.
SPIEGAZIONE SCIENTIFICA
Una supervisione e un monitoraggio accurato relativo all’integrità della medicazione e al corretto funzionamento dei drenaggi consentono una rilevazione  precoce della complicanza di emorragia

INTERVENTO INFERMIERISTICO:
Insegnare alla paziente a contenere la ferita chirurgica eventualmente con un cuscino quando tossisce, starnutisce o vomita.
1.3 SPIEGAZIONE SCIENTIFICA:
La contenzione riduce lo stress sulla linea di sutura distribuendo la pressione attraverso la ferita.

CRITERIO TEMPORALE: Periodi preoperatorio e postoperatorio (3 giorni)


PIANO DI DIMISSIONE:
Prima della dimissione, la paziente e i familiari:
Descriveranno e dimostreranno appropriate tecniche di cura della ferita chirurgica.
Riconosceranno l’importanza dell’assunzione di levo-tiroxina come   terapia sostitutiva dopo la terapia chirurgica.
Discuteranno le strategie per lo svolgimento dell’attività di vita quotidiana.
Elencheranno segni e sintomi da riferire ad operatori sanitari.
Esprimeranno l’intenzione di condividere con le altre persone significative i loro sentimenti e preoccupazioni correlati all’aspetto.
Discuteranno del fabbisogno nutritivo e di liquidi per un’adeguata cicatrizzazione della ferita.
Identificheranno le risorse e i gruppi di auto-aiuto disponibili nella comunità.


 
 
 
 
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