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Caso clinico : giovane donna-parto- ostetricia

Definiamo parto l’espulsione spontanea, o l’estrazione strumentale del feto e degli annessi fetali dall’utero materno. Il parto può distinguersi in "eutocico" o "fisiologico" se avviene spontaneamente, oppure in "distocico" o "non fisiologico" se, in seguito a complicazioni, è necessario l'intervento medico( parto cesareo). A seconda del momento della gestazione in cui si verifica, il parto viene detto:
Abortivo: prima della 22° settimana (in passato il termine era 25 settimane + 5 giorni);
Parto pretermine: prima dell'inizio della 37° settimana;
A termine: tra l'inizio della 37° e la fine della 41° settimana (41 + 6 giorni);
Post-termine: dall'inizio della 42° settimana.
In relazione alla gravidanza post-termine, nella pratica clinica, se le contrazioni non iniziano spontaneamente, l'induzione del parto viene proposta in genere già a partire da 41 settimane + 1 giorno. Questo perché numerosi studi hanno evidenziato un aumento della mortalità e morbilità neonatale dopo le 41 settimane.


Diagnosi infermieristiche:
Dolore acuto correlato alla discesa del feto;
Compromissione dell’integrità tissutale correlato al distacco della placenta;
Ritenzione urinaria correlata  a riduzione del tono muscolare vescicale secondario all’anestesia epidurale o spinale ed al trauma tissutale;
Paura/ ansia correlata al parto imminente;
Rischio di depressione post-partum.

Diagnosi infermieristica: Ritenzione urinaria correlata  a riduzione del tono muscolare vescicale secondario all’anestesia epidurale o spinale ed al trauma tissutale.
Obiettivi assistenziali: promuovere una diuresi normale.
Indicatori di risultato: entro 4/6 h dal parto la paziente
-urinerà almeno una volta,
- emetterà almeno 100ml di urina alla volta
- presenterà urine chiare, di colore giallo paglierino.
Intervento: rilevare eventuali segni di ritenzione urinaria quali minzioni ridotte e frequenti, distensione vescicale, entrate di liquidi superiori alle uscite.
Motivazione scientifica: minzioni frequenti, e inferiori ai 100ml possono indicare ritenzione urinaria. L’individuazione precoce consente di attuare trattamenti tempestivi.
Intervento: ricorrere a mezzi non invasivi per favorire lo svuotamento; far assumere la normale posizione di minzione, far raggiungere il bagno se possibile, far sentire l’acqua che scende, garantire la privacy, versare dell’acqua tiepida sul perineo.
Motivazione scientifica: questi provvedimenti dovrebbero favorire il rilasciamento dello sfintere e  facilitare la minzione. Usare con successo misure non invasive evita la cateterizzazione , causa di infezioni, traumi uretrali e tensione psicologica.
Intervento: se la paziente lamenta disagio alla vescica, oppure se non è ancora stata svuotata, valutare se è il caso di richiedere la prescrizione del cateterismo vescicale estemporaneo.
Motivazione scientifica: il cateterismo estemporaneo rispetto a quello permanente è associato ad un rischio minore di infezioni.
Intervento: dopo il cateterismo rilevare eventuali segni quali disuria, ematuria, piuria, stranguria, minzioni frequenti e urgenti. Controllare e documentare quantità, aspetto, odore, limpidezza delle urine.
Motivazione scientifica: disuria, ematuria, piuria, stranguria, minzioni frequenti e urgenti rappresentano segni di infezione; la stasi urinaria e il cateterismo fanno aumentare il rischio di infezione.

Problemi collaborativi
:
emorragia,
trombo embolia,
infezioni.


Problema collaborativo
Complicanza potenziale: emorragia
Obiettivi assistenziali:  prevenire e/o trattare precocemente eventuali complicanze emorragiche.
Indicatori di risultato:  la paziente
partorirà una placenta completa entro30 min dal parto
la perdita di sangue sarà controllata,
non presenterà segni e sintomi di complicanze emorragiche durante la degenza
Intervento: verificare se entro 30 min dal parto si verifica l’espulsione della placenta e se questa e le membrane sono complete.
Motivazione scientifica: l’emorragia nel post-partum è legata, nella maggior parte dei casi, al distacco incompleto della placenta o a ritenzione di frammenti e all’atonia uterina.
Intervento: immediatamente dopo l’espulsione della placenta, somministrare sotto prescrizione, ossitocina per via endovenosa,metilergometrina per via intramuscolare o prostaglandine.
Motivazione scientifica: questi farmaci combattono l’atonia uterina inducendo la contrazione dell’utero.
Intervento: controllare i parametri vitali, ogni 15 min per la prima ora, specialmente la pressione arteriosa e il polso.
Motivazione scientifica: l’aumento della frequenza cardiaca e la diminuzione della pressione arteriosa sistolica rappresentano segni di ipovolemia.
Intervento: valutare il sanguinamento vaginale, se continua e se abbondante avvisare il medico.
Motivazione scientifica: potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.

Piano di dimissione
I risultati di laboratorio e tutti gli esami pertinenti riguardanti la madre ed il bambino, mostrano risultati nei limiti della norma; il decorso pre- e post-partum è stato regolare; il neonato è stabile, mantiene l’omeostasi termica e si alimenta bene.
La madre dimostra di conoscere le principali complicanze riguardanti sé stessa e il neonato.
Tenendo conto di tutti questi criteri si procede alla dimissione della paziente.
Tuttavia al fine di garantire il mantenimento della salute dopo il parto, si consiglia di:
attuare misure di prevenzione delle infezioni quali curare il perineo, con frequenti lavaggi con acqua tiepida dopo ogni minzione ed evacuazione;
valutare le condizioni dei capezzoli e delle mammelle, se presente arrossamento questo può migliorare con l’applicazione dello stesso latte e asciugando le aree arrossate in aria per 15 min, parecchie volte al giorno;
indossare un reggiseno che fornisca un buon sostegno;
aggiungere alla propria dieta 500/750 calorie per la produzione di latte per l’allattamento;
riprendere i rapporti sessuali solo dopo che le ferite del perineo sono cicatrizzate ed il sanguinamento vaginale si è arrestato;
riposare almeno 30 min al ritorno a casa dall’ospedale e riposare parecchie volte al giorno durante le prime settimane;
evitare il più possibile per parecchi giorni di salire le scale a casa.
Di seguito si riportano i principali recapiti delle persone da contattare in caso di complicanze e gli appuntamenti per i prossimi controlli.

Procedure correlate: cateterismo vescicale nella donna, monitoraggio parametri vitali, somministrazione terapia e.v. e i.m.

 
 
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