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Prostatectomia

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PROSTATECTOMIA
La prostatectomia consiste nella rimozione chirurgica della prostata. Ci sono tre tipi di prostatectomia:
la resezione endoscopica parziale, che rimuove soltanto il tessuto ipertrofico
la prostatectomia semplice, volta ad asportare la prostata (a puro scopo disostruttivo)
la prostatectomia radicale, con la quale si rimuovono la prostata la capsula e le vescicole seminali
gli approcci chirurgici che si possono utilizzare sono 3: trans uretrale, trans vescicale-retropubico e perineale.
DIAGNOSI INFERIERISTICHE
rischio elevato di infezione postoperatoria correlato allo stato preoperatorio o alla presenza di catetere uretrali o drenaggi addominali
dolore acuto, correlato ad ostruzione del catetere, spasmi vescicali, intervento chirurgico
rischio di ritenzione urinaria correlato ad ostruzione del catetere
 rischio elevato di alterazione del modello di disfunzione sessuale correlato all’intervento chirurgico
OBIETTIVI ASSISTENZIALI
L’infermiere gestirà e preverrà la comparsa di infezioni postoperatorie, sarà in grado di riconoscerle prontamente in modo da agire tempestivamente
CRITERI DI RISULTATO
Entro 24 ore dall’intervento il pz non presenterà segni e sintomi di infezione:
Non avrà febbre
Non avrà coaguli nelle urine
Presenterà parametri vitali nei limiti della norma
Entro 3 giorni dall’intervento:
Presenterà un’incisione pulita ed asciutta con margini ben accostati
Eliminerà urina chiare
Entro 6 mesi un anno:
Assenza di stenosi uretrale
INTERVENTI INFERMIERISTICI E SPIEGAZIONI SCIENTIFICHE
Controllare e monitorare segni vitali secondo protocollo e in base alle condizioni vitali del pz, fino a stabilità. (il rischio infettivo varia a seconda del tipo di intervento. la presenza di catetere o di drenaggi aumenta il rischio di infezione. L’improvvisa comparsa di febbre , brivido, ipotensione, tachicardia indica shock settico, un rischio particolare della prostatectomia)
Avvertire il medico in caso di variazioni significative rispetto ai valori normali del pz
Controllare giornalmente la zona della ferita per rilevare l’eventuale presenza di indurimento, eritema e drenaggio purulento o maleodorante. Se prescritto provvedere alla coltura con antibiogramma del liquido di drenaggio (la cute rappresenta la prima linea di difesa delle infezioni. L’esame colturale permette di identificare i microrganismi responsabili dell’eventuale infezione )
Controllare la pervietà dei drenaggi e cateteri; irrigare se prescritto,  adottando le precauzioni universali (l’eventuale ostruzione del catetere a permanenza è generalmente provocata da presenza di coaguli nella zona della punta del catetere stesso. Tale occlusione può causare ritenzione, stasi e infezione urinaria. L’irrigazione risolve generalmente l’ostruzione)
Provvedere ad un’accurata igiene del catetere almeno una volta al giorno. Se prescritto raccogliere ed inviare in laboratorio campioni di urina per l’esame colturale e l’antibiogramma (la pulizia con acqua e sapone è essenziale per prevenire la moltiplicazione batterica. Gli esami suddetti identificano i microrganismi eventualmente presenti)
Somministrare liquidi e.v secondo prescrizione. Ad iniziare dal primo giorno postoperatorio, se non controindicato, stimolare il pz ad assumere 2000-3000 ml di liquidi per via orale, in modo da tenere una diuresi nelle 24 ore di almeno 1500 ml. (un’adeguata idratazione promuove il flusso ematico renale e lava via i batteri dalle vie urinarie)
Registrare le entrate e le uscite per avere un monitoraggio della diuresi
Incoraggiare il pz a deambulare il giorno dopo dell’intervento (l’immobilità contribuisce alla stasi urinaria e crea un serbatoio di microrganismi)
Somministrare e documentare l’antibiosi profilattica eventualmente prescritta (gli antibiotici combattono e controllano al moltiplicazione batterica. Possono essere prescritti a scopo profilattico o terapeutico)
PROBLEMI COLLABORATIVI
Complicanza potenziale: emorragia
Complicanza potenziale: ipovolemia
Complicanza potenziale: trombosi venosa profonda
OBIETTIVI ASSISTENZIALI
L’infermiere gestirà e ridurrà al minimo la complicanza di emorragia  e sarà in grado di riconoscere tempestivamente emorragie interne ed esterne.
CRITERI DI RISULTATO
Entro 24 ore dall’intervento il paziente:
Mostrerà segni vitali nella norma, in genere frequenza cardiaca 60-100 battiti/minuto, pressione arteriosa sistolica 90-140 mmHg, pressione arteriosa diastolica 50-90 mmHg;
Avrà valori di laboratorio normali
Entro 3 giorni dall’intervento:
Avrà evacuazioni regolari;
Eviterà di sottoporre a sforzi la muscolatura addominale e perineale
INTERVENTI INFERMIERISTICI E SPIEGAZIONI SCIENTIFICHE
Monitorare per rilevare segni e sintomi di emorragia:
Caratteristiche anormali delle urine, ad esempio alta viscosità, coaguli, colore rosso vivo o marsala
Tachicardia
Diuresi minore di 30 ml/h
Irrequietezza agitazione
Cute fredda, pallide o cianotica
Valori dell’emoglobina e dell’ematocrito
(la ghiandola prostatica è altamente vascolarizzata e riceve il sangue direttamente dall’arteria iliaca interna. I pazienti anziani e coloro che hanno avuto una ritenzione urinaria prolungata sono vulnerabili alle rapide variazioni del contenuto vescicale e del volume dei liquidi. Nelle prime 24 ore dopo l’intervento le urine dovrebbero avere un colore rosaceo o rosso chiaro, che dovrebbe diventare gradualmente ambrato o con sfumature di rosa intorno alla quarta giornata. Le urine di colore rosso vivo con presenza di coaguli indicano un sanguinamento arterioso. Il color marsala indica invece un sanguinamento venoso, che di solito si risolve spontaneamente. La presenza di coaguli è un evento atteso; la loro assenza può causare discrasia ematica. I valori dell’emoglobina e dell’ematocrito diminuiscono in caso di sanguinamento postoperatorio significativo)
Monitorare medicazioni, cateteri e drenaggi, che possono variare in base al tipo di intervento eseguito
Approccio trans uretrale
Catetere uretrale
Approccio sovrapubico
Catetere uretrale
Cistostomia sovra pubica
Drenaggio addominale
Approccio retro pubico
Catetere uretrale
Drenaggio addominale
Approccio perineale
Catetere uretrale
Drenaggio perineale
(un importante sanguinamento venoso è atteso nelle prime 24 ore in ogni tipo di approccio chirurgico, ad eccezione di quello perineale: si può avere perdita di sangue dal catetere o dall’incisione. L’approccio trans uretrale è quello che comporta il sanguinamento maggiore)
Istruire il paziente a fare quanto segue:
Evitare sforzi al momento della defecazione
Non stare seduto su una sedia dal sedile duro e dallo schienale dritto
Piegarsi leggermente sul vaso del gabinetto
(un aumento della pressione rettale potrebbe provocare sanguinamento e perforazione rettale)
Provvedere all’irrigazione vescicale secondo prescrizione:
Continua
Manuale: usando una siringa da gavage. Irrigare il catetere con 30-60 ml di soluzione fisiologica ogni 3-4 ore, per quanto necessario.
(l’irrigazione vescicale continua con soluzione fisiologica, diluisce il sangue nelle urine in modo da prevenire la formazione di coaguli. L’irrigazione manuale garantisce la pressione negativa che è necessaria per rimuovere coaguli o frustoli di tessuto ch potrebbero provocare ostruzione)
Assicurare un adeguato apporto di liquidi (orale, parenterale)
(un’idratazione ottimale diluisce le urine prevenendo la formazione di coaguli)
Monitorare ogni giorno emoglobina, ematocrito, piastrine ed esami della coagulazione, confrontando i valori attuali con quelli preoperatori. Avvertire il medico in caso di anormalità. Collaborare a trasfusioni di sangue, se prescritto, adottando le precauzioni universali.
(un  rapido abbassamenti di emoglobina, ematocrito e piastrine e un aumento di PT/INR e PTT possono indicare la necessità di trasfusioni)
Rilevare e registrare la frequenza del polso, la PaO₂, il respiro,  la SpO₂, il colorito cutaneo e il livello di coscienza secondo protocollo e in base alle condizioni generali del pz, fino a stabilità
(segni quali tachicardia, abbassamento della pressione sistolica di 20 mmhg o al di sotto di 80 mmhg, respiro rapido e profondo, cute fredda e sudata, pallore ed irrequietezza indicano shock)
PIANO DI DIMISSIONE

Durante il ricovero e prima della dimissione, il personale infermieristico fornirà le seguenti informazioni alla paziente e ai familiari, i quali dimostreranno di aver compreso:
La malattia e l’esito dell’intervento chirurgico
Scopo, dosaggio e modalità di somministrazione dei farmaci da assumere dopo la dimissione ed eventuali effetti collaterali che richiedono attenzione da parte dei sanitari. Tali farmaci comprendono di solito analgesici, antispastici, se è presente il catetere, e antibiotici
La cura del catetere e il necessario per attuarla
Segni a sintomi che indicano ostruzione, sanguinamento e ritenzione
Il materiale necessario per l’incontinenza
Gli esercizi per riprendere il controllo della minzione
Il livello di attività appropriato per evitare sforzi muscolari
La ripresa dell’attività sessuale e le risorse disponibili per consulenze in questo campo
La possibilità di rivolgersi a strutture comunitarie o interdipartimentali
La necessità di consultare un oncologo (in caso di diagnosi di cancro)
La disponibilità di gruppi oncologi di sostegno
Data, orario e luogo di controlli successivi
Quando e come contattare il medico
Al momento della dimissione del paziente, la documentazione evidenzia:
Assenza di ostruzione urinaria
Assenza di ritenzione urinaria
Una diuresi di almeno 800 ml/h
Assenza di ematuria franca e di coaguli di grosse dimensioni
Assenza di infezioni
Assenza di complicanze polmonari
Assenza di complicanze cardiocircolatorie, compresa la tromboflebite
Segni vitali stabili
La capacità di controllare il dolore con farmaci orali
La capacità di compiere le attività di vita quotidiana in maniera indipendente
La capacità di provvedere alla cura del catetere, se dimesso col catetere a permanenza
La capacità di tollerare la dieta
Un adeguato sistema di sostegno a domicilio o la presa dei contatti necessari per l’assistenza domiciliare se necessaria.
Follow-up:
Rinforzare l’importanza del rispetto degli appuntamenti programmati
Spiegare che la dimissione ha luogo generalmente dopo 2-4 giorni e che il recupero completo può richiedere fino a 12 settimane
Spiegare che un regolare follow-up è necessario per valutare i risultati dell’intervento chirurgico e per individuare eventuali complicanze
Dopo circa 30 gg dall’intervento viene richiesta una consulenza oncologica presso l’ambulatorio per eventuale chemioterapia e ritiro del referto istologico, visita di routine ogni 6 mesi per il primo anno e poi una all’anno
TERAPIA
Antispastici
Analgesici
Antibiotici
Catetere vescicale a permanenza
Irrigazione del catetere

Trazione del catetere

 
 
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